Stando alle stime del mercato viene da chiedersi se gli smartwatch siano davvero utili. Un dubbio legittimo, se si considera che ad esempio il Samsung Galaxy Gear lanciato a inizio settembre nel tentativo di anticipare e spiazzare Apple, Google e Microsoft, non ha avuto il successo che il colosso coreano si aspettava. La ‘colpa’? In parte riguarda le funzioni: di fatto si parla di un dispositivo da utilizzare in combinazione con lo smartphone, e da gestire quasi del tutto vocalmente e, per ora, abbinabile solo al Galaxy Note 3. Inoltre il suo problema è la batteria che ha una durata esigua di sole 24 ore. In terzo luogo, il Galaxy Gear pecca per il suo design: niente schermo curvo e adattabile, ma un semplice display quadrato rigido. Infine, il prezzo: costerà circa 300 euro, parecchio se paragonato agli altri smartwatch già sul mercato.Problemi anche per Sony, che ha inizio anno a presentato prima e seconda versione del suo orologio hi-tech. Il modello numero due, peraltro, a un prezzo contenutissimo di 179 euro. Tuttavia, malgrado questo ‘sconto’ e malgrado il fatto che l’azienda sia stata la prima a sfondare il mercato con questo oggetto, il dispositivo non ha avuto successo. La casa giapponese non ha ancora pubblicato i dati delle vendite, ma sommando invece gli ordini ricevuti dalle altre società produttrici di smartwatch i traguardi indicati dagli analisti per i prossimi anni sembrano ancora lontani.
Eppure, nonostante le difficoltà tutte le grandi multinazionali della tecnologia si stanno impegnando a lanciare un proprio prodotto sul mercato. Se Samsung ha sfoderato il suo Galaxy Gear così in fretta è stato per battere sul tempo la rivale Apple. L’orologio made in California, infatti, dovrebbe arrivare nel 2014 e, pare, potrebbe contare su un mercato potenziale di 6 miliardi di dollari stando ai calcoli di alcuni analisti come Oliver Chen di Citigroup. A patto di trovare la chiave giusta per sbloccare il potenziale mercato. Impresa tutt’altro che scontata: stando ai rumors raccolti da Financial Times, Tim Cook starebbe incontrando serie difficoltà nello sviluppo dell’iWatch, difficoltà che avrebbe provato a superare portando nella società nuovi talenti, sia ingegneri che creativi.