Avete mai pensato all’importanza di ogni singolo pezzo e dettaglio degli orologi Rolex? Il vetro zaffiro, ad esempio. Un componente essenziale che ha visto, negli ultimi anni, notevoli cambiamenti in meglio per raggiungere la miglior resa.
Analizziamo dunque il percorso a partire dagli anni Settanta. A quei tempi l’intera produzione Rolex impiega vetri realizzati in plexiglass divisi in due gruppi ben distinti: quelli della gamma Tropic per i modelli solo tempo, e quelli della serie Cyclope (con di lente magnificatrice) per gli orologi con datario.
Una prima sperimentazione di vetri zaffiro su orologi Rolex avviene con l’introduzione del modello Quartz ref. 5100, primo orologio Rolex con movimento al quarzo che nasce con la collaborazione di altre maison svizzere. Infatti è qui che il vetro zaffiro sintetico fa la sua prima apparzione: un vetro capace di offrire una resistenza agli urti estremamente maggiore rispetto ai convenzionale vetri in plastica by Rolex e non solo.
Dopo solo due anni, però, questo orolgio esce di scena. Il vetro in zaffiro si prende dunque una pausa obbligata fino al 1975, quando Rolex realizza i nuovi modelli Date ref. 1530 e Datejust ref. 1630 con vetro Saphir 25-295-C1. Tra le altre particolarità, l’innovativa cassa shaped con bracciale integrato.
Il nuovo vetro zaffiro, ormai, è sempre presente, addirittura su un orologio tecnico come il Rolex Sea-Dweller ref. 16660. E il modello successivo, ref. 1665, capace di raggiungere una profondità di 1220 metri, necessita un vetro ovviamente più adeguato. Per questo motivo si sceglie un tipo di vetro Saphir 25-285 che presenta uno spessore più elevato, ovvero di 3mm.
Siamo arrivati agli anni Ottanta. Vari i modelli che si accompagnano sempre a un vetro in plexiglass. Qualche esempio: il Rolex Submariner ref. 5513 e il Rolex Explorer ref. 1016. Un decennio dopo, infine, la fine di un’eta. Gli ultimi orologi con vetro in plastica escono infatti definitivamente di scena.