Il bracciale, o cinturino che sia, è un elemento fondamentale per qualsiasi orologio da polso. Quelli dei Rolex orologi, poi, hanno alle spalle quasi una storia a parte che percorre, fianco a fianco, i modelli più amati e più celebri dello storico marchio.
I primi bracciali di concezione moderna dei Rolex orologi risalgono a tempi lontanissimi. Siamo intorno al 1930, quando le aziende Gay-Frères e Bonklip danno il via a questo settore realizzando un particolare modello denominato bamboo. Il bracciale in questione presenta una fattura semplice ed essenziale: maglie piatte agganciate tra loro con chiusura caratterizzata da lamella metallica che va ad incastrarsi tra le singole maglie.
Con il tempo, vi è anche l’introduzione di una nuova chiusura a scatoletta in tre parti.
Prodotto in acciaio, acciaio/oro e in oro con diverse carature, il bracciale bamboo va ad unirsi soprattutto ai modelli Prince e Bubbleback.
Anni Quaranta. Gay Frères introduce il nuovo modello grana di riso. La caratteristica principale sta nelle maglie ovali disposte su file ed interconnesse tra loro che donano, a chi lo indossa, un grande comfort. Di contro, però, vi sono i costi alti di produzione che spesso portano i bracciali su citati ad avere un prezzo simile all’orologio completo.
Se la produzione dei modelli bamboo e grana di riso termina più o meno nel Dopoguerra, è proprio in questo periodo che nasce la liason tra Rolex e il produttore Mecan. Dal binomio vincente, appare il primo bracciale in stile Oyster a rivetti. Si compone di 12 maglie estensibili di larghezza costante – in questo caso 16mm – con chiusura a scatoletta. Bracciali del genere vengono utilizzati sorattutto per i modelli Bubbleback.
Ma è solo nel 1947 che Rolex orologi registra il brevetto per il primo vero bracciale Oyster rivettato. Ora non vi sono più le maglie a larghezza costante, semmai queste sono rastremate verso la scatoletta di chiusura. la prosuzione vera e proria, invece, segna l’anno 1948.