Piaget e l’acciaio anni ’70 sono una delle poche certezze che stanno accompagnando il mercato dei cronografi in questo nuovo anno. Un materiale che rende l’accessorio in questione praticamente senza tempo e che è stato in grado di imporsi anche se non propriamente di tendenza.
Bisogna spiegare meglio la situazione in questo caso. La scelta dell’acciaio, per quanto molto sfruttata in bigiotteria di lusso ed in alcuni tipi di gioielleria, è diventata nel caso della Piaget e dei suoi cronografi ispirati agli anni ’70 più un’esigenza stessa del brand che una richiesta del mercato. Il marchio in questione si era sempre tenuto lontano da questo metallo, dando spazio in modo preferenziale all’oro: il suo bacino di utenza era infatti alla ricerca di accessori che ricadessero in buona parte anche nel settore della gioielleria.
Per rilanciare però la sua linea iconica del 1979, il Polo, ha deciso di dare spazio all’acciaio tanto “bistrattato”. La motivazione è molto semplice: non solo la voglia di intercettare la classica clientela pronta a sborsare molto per un Piaget originale, ma anche tutti coloro che appassionati o meno ma di certo più giovani, potessero sentirsi attratti dal modello decidendo di acquistare. Se si pensa che la presentazione del Polo S, modello di punta, è avvenuta tramite Facebook Live si ha un’idea di quale voglia essere l’apertura della Piaget nei confronti dei nuovi potenziali utenti. Che con questo “revival” potranno godere di un accessorio di lusso il cui prezzo varia dagli 11 mila ai 14 mila euro a seconda della versione base o cronografo scelta.