Solo 18 esemplari creati, Omega ha deciso che ciascun segnatempo fosse costruito da un unico orologiaio. Le iniziali di questi eletti che lavorano all’Atelier, sito all’ultimo piano della manifattura, sono incise sulla base del tourbillon di ogni Calibro.
Dal vivo brilla la caratteristica e particolare lucentezza della cassa in platino 950. Le sue misure – qualche millimetro sotto i 40 – sono molto “europee”, e curiosità – per una volta non seguono quelle dei mercati emergenti che oggi comprano Alta Orologeria in quantità.
Molto eleganti le anse: da una parte all’inizio sembrano riprendere o quelle della serie De Ville, poi si differenziano per una nervatura profonda, che segue il profilo, dal punto d’attacco del cinturino a quello della cassa, motivo stilistico che è ripreso anche sulla carrure.
La lunetta dal bordo accentuato, come restringendosi, guida l’occhio quasi costringendolo a concentrarsi verso il centro del quadrante. Osservando il Calibro OMEGA Co-Axial 2636 risalta subito il color antracite del trattamento galvanico su cui emergono particolari rivestiti in PVD marrone decorati con motivo a spirale; anche le scritte sono di questa tonalità.
La gabbia del tourbillon centrale è a dir poco ipnotizzante. Penso invece che le lancette, per la presenza al centro del tourbillon incise su dischi in cristallo di zaffiro che girano appoggiati su pignoni, non siano però di lettura immediata. Persino la grande massa oscillante, completamente di platino, è stata scheletrata più che si poteva. Anche questo tourbillon come il suo predecessore è certificato C.OS.C. ma questo, fa forse parte del DNA da cronometristi di Omega, che noi tutti ben conosciamo.
Anche la fibbia ardiglione è in platino 950, a differenza di quelli che – pur proponendo segnatempo con cassa in platino – fornisce questo particolare in oro bianco 18k. Per l’Italia ne erano previsti solo due che sono stati posti in vendita dalle boutique Omega di Milano e di Roma.