La caratteristica di questo segnatempo sta tutta nel nome: Tourbillon Orbital, ovvero un tourbillon a un minuto che compie un’intera orbita su se stesso in un’ora con un indicatore di riserva di carica mai visto prima. Per questo orologio occorre un calibro particolare ed ecco il IO200, che si rifà al nome della luna di Giove.
I ponti con il tourbillon al centro sono sistemati in posizione opposta l’uno rispetto l’altro tra due platine tenute insieme da cuscinetti a sfera. La platina rotante superiore è provvista di un’apertura che svela il meccanismo regolatore: esso è stato posizionato più in alto per renderlo più visibile.
Come regolare un meccanismo del genere? Beh ci è voluto un po’ prima che si trovasse un sistema ed eccolo spiegato: una chiave estraibile posizionata nella parte posteriore dell’orologio. Sollevando la linguetta a “D” e ruotandola, essa fa girare una ruota centrale montata su cuscinetti a sfera che agisce su una ruota a racchetta e carica il bariletto. Estraendola è possibile regolare le lancette delle ore e dei minuti in entrambe le direzioni.
La lancetta dei minuti, fissata sull’anello, gira insieme al quadrante. Con questo particolare sistema, non si sarebbe resa visibile la manifattura del movimento e così, in assenza della corona di carico posta lateralmente, la casa ha pensato bene di dotare l’orologio di due aperture poste su entrambi i lati per permettere di ammirare il calibro.
Lo scopo di queste due finestre, chiuse da cristalli in zaffiro, però è anche quello di ospitare un indicatore di riserva di carica: a ore 3 c’è infatti un ago verticale che si muove tra due indicatori E – Empty (vuoto) e F – Full (pieno), un po’ come accadeva sui quadranti delle vecchie auto d’epoca con l’indicatore del carburante. Per questo piccolo congegno è stato depositato un brevetto apposito.