Jaeger-LeCoultre Duomètre à Quantième Lunaire: questo particolare orologio si avvale di una cassa di 42 millimetro di diametro con una complicazione foudroyante ad incrementi di 1/6 di secondo, insieme a data e fasi lunari. Che significa? Questa complicazione fa compiere ad una lancetta un giro completo ogni secondo trascorso fermandosi quattro, cinque, persino 8 volte per indicare i quarti, i quinti o gli ottavi di un secondo.
Due sono le fonti di energia che troviamo nel segnatempo Jaeger-LeCoultre Duomètre à Quantième Lunaire: una che si occupa dello scappamento e del bilanciere, l’altra di ora, data e posizione della luna. Questa architettura si è resa necessaria perché la maison si è resa conto che per fare le sue misurazioni lo scappamento riceveva poca energia tanto da inficiare la precisione delle stesse. Sul quadrante sono ben precise le indicazioni: sulla sinistra troviamo data e fasi lunari, a destra ora e minuti, a centro i secondi e a ore 6 il piccolo quadrante con i secondi saltanti.
Di conseguenza, immaginatevi la complessità del calibro 381 che muove il tutto. Il Calibro 381 ha anche una grande ruota del bilanciere di 10 mm di diametro che oscilla a 21,600 Alternanze/h. Ben 50 sono le ore della riserva di carica: le molle, due, si caricano tramite la corona, e fin qui tutto normale, ma non funziona come per tutti gli altri orologi a carica manuale.
Roteando la corona in senso orario si ricarica lo scappamento, mentre in senso antiorario si ricaricano ore, minuti, secondi, secondi saltanti, date e fasi lunari. Rileggendo la descrizione appena fatta, ci rendiamo conto di quanto complesso sia il movimento e l’intera architettura del segnatempo, e pensare che tutto è meccanico ci fa strabuzzare gli occhi. Cose del genere sono pensabili sono se ad un orologio si applica l’elettronica. Ma è altra storia, non quella di Jaeger-LeCoultre Duomètre à Quantième Lunaire.