Numerose sono le complicazioni che possono essere utilizzate all’interno dell’orologeria meccanica. Alcune di queste sono molto utilizzate e famose, altre forse meno conosciute e utilizzate, perché riservate solo ad alcuni modelli in particolare. Una di queste ultime complicazioni, poco utilizzata nell’orologeria tradizionale, sono i cosiddetti secondi morti.
I secondi morti sono quella complicazione che permette alla lancetta dei secondi di un orologio meccanico di rimanere ferma secondo dopo secondo e di spostarsi quindi a scatti nel completare il proprio giro, senza compiere invece un percorso omogeneo e più lento come invece dovrebbe essere.
Per capire questo tipo di complicazione è necessario fare anche un passo indietro e spiegare la sua particolarità. Il movimento originale della lancetta dei secondi di un orologio meccanico avrebbe previsto un movimento omogeneo nel corso dei 60 secondi. In uno orologio al quarzo, invece, la lancetta dei secondi che passa da un secondo all’altro rimane ferma, cioè morta, fino a che non scatta il secondo successivo e allora compie una specie di salto.
Da questo punto di vista, quindi, si può dire quasi che la complicazione meccanica dei secondi morti ha imitato il movimento limitato degli orologi al quarzo. Ma non è proprio così. I secondi morti, chiamati nell’orologeria anche secondi saltanti per la loro caratteristica di compiere dei piccoli balzi, sono nati molto indietro nel tempo nella storia dell’orologeria insieme agli orologi a pendolo, che si prestavano a sottolineare questo tipo di movimento.
Da allora sono stati utilizzati nelle diverse complicazioni, ma ancora oggi la presenza di secondi morti o meno serve per distinguere orologi al quarzo e orologi meccanici senza fondello trasparente.