Di orologi ne conosciamo tanti ma quello alla romana, molto comune specie nella Capitale, non è che sia poi così conosciuto nelle sue caratteristiche. Si tratta di un sistema a 6 ore molto interessante. Ecco da dove nasce.
Provate a immaginare chi abbia potuto inventare questa scansione così inusuale del tempo. Non lo sapete? La chiesa! Lo scrive Wikipedia ma è acclarato che
Il sistema orario a 6 ore, anche detto alla romana (o all’italiana) è una convenzione per tenere il tempo, secondo la quale il giorno va dall’Avemaria della sera (circa mezz’ora dopo il tramonto, quando termina il crepuscolo) a quello successivo e si articola in 6 ore ripetute per 4 volte. Venne creato dalla Chiesa nel XIII secolo e rimase in uso in Italia sino all’arrivo di Napoleone che introdusse il sistema orario a 12 ore.
Si tratta di un orologio talmente particolare che ne esiste un censimento a livello italiano: disponibile a questo indirizzo. Si nota molto bene che non ne sono stati censiti in Puglia e Sicilia, ce ne sono soltanto 2 in Abruzzo e uno soltanto in Calabria. E naturalmente si tratta di indirizzi da verificare. Molto più comuni al centro Italia e soprattutto a Roma dove anche l’orologio del palazzo del Presidente della Repubblica presenta la numerazione alla romana. Non se ne conoscono degli esemplari da polso ma se ne conosce la meccanica. In un articolo di Nicola Severino si riporta anche quanto segue:
I turisti stranieri, o i nostri conterranei appassionati di torri e campanili provenienti da zone diverse dall’Italia centrale, restano spesso stupiti nell’ammirare, su tante torri campanarie o sulle facciate di palazzi di destinazione sia religiosa che laica in quello che fu lo Stato Pontificio, dei quadranti che, anziché riportare l’indicazione delle XII ore come di consueto, riportano solamente le ore da I a VI, con il numero VI in corrispondenza di quelli che per noi sono solitamente il mezzogiorno o la mezzanotte.