D’estate si torna volentieri a parlare prima o poi anche di orologi subacquei, dal momento che si tratta del periodo dell’anno in cui questa gloriosa tipologia di segnatempo viene per lo più utilizzata anche dai non professionisti. Esistono infatti diverse categorie di orologi subacquei, tra le quali si distingue almeno quella per i non professionisti, con determinate caratteristiche tecniche, e quella per i professionisti, che si situa ad un livello maggiore di tecnicismo.
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Un particolare destino degli orologi subacquei è comunque quello di essere utilizzati per il 10 per cento delle loro effettive potenzialità. Un destino che rincorre questi orologi sin dai tempi della loro introduzione, avvenuta verso la metà circa del secolo scorso, ovvero intorno al 1950.
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Era infatti il 1956 quando per la prima volta il Fifty Fathoms di Blancpain sfidò gli abissi per la prima volta al posto di Cousteau tre anni dopo la su introduzione ufficiale nel mondo degli orologi. L’impresa, unica per l’epoca, venne anche immortalata in un film documentario. Da allora il sodalizio tra sub ed orologi era segnato.
Il cinema adottò presto i segnatempo subacquei e in particolar modo lo fece uno dei suoi più accattivanti personaggi, l’agente 007, che allora vestiva i panni di Sean Connery. Al suo polso mentre girava Goldfinger nel 1964 c’era uno dei primi Rolex Submariner che poi ebbe una lunga fama.
Gli orologi diver sono stati così i primi a recare con sé il binomio uomo – avventura e una volta creato il mito sono stati usati in seguito anche per occasioni diverse da quelle per le quali erano state costruite.