Torniamo a parlare con piacere di un elemento Rolex fondamentale. Tre poi sono, tra l’altro, le innovazioni che riguardano gli ultimi modelli di Parachrom blu, la spirale a molla di Rolex. Vediamole nel dettaglio:
Lega metallica di Nb-Hf: questa possiede un coefficiente termico del modulo di Young (CTE) positivo, una caratteristica che consente di compensare le variazioni del coefficiente elastico del sistema bilanciere+spirale sotto l’influenza della temperatura.
Leggende e letteratura: si sostiene che una spirale non ecclesa puo’ arrivare a perdere fino a 10 sec/d dopo un anno. Questa perdita è data dal fatto che le deformazioni plastiche attuate sulla spirale durante il processo di forma, rifilatura e di realizzazione della curva Breguet causano perturbazioni nella struttura cristallina della lega della spirale. Per ovviare a queste derive che arrivano fino a 10 sec/d dopo ogni anno, si attuano dei processi termici molto raffinati (temperature fisse in cicli temporali ben definiti). Nel caso di Rolex, i materiali usati (paramagnetici) e i cicli termici arrivano a ridurre al minimo queste problematiche portandolo da 10 sec/day per anno a pochissimi sec.
Il colore blu: questo è dovuto ad un rivestimento di pochi nm di ossido che salvaguarda la spirale dai processi di ossidazieno e passivazione che la spirale avrebbe essendo in contatto con l’aria.
Una domanda è lecita: perché spesso si arriva all’ossidazione dei componenti interni? Ecco la risposta: l’ossidazione avviene per ‘colpa’ dell’ossigeno presente nell’aria. L’aria che respiriamo è infatti una miscela di gas, tra cui l’azoto, il maggiore come percentuale (78%). Vi è poi il 21% di ossigeno e il resto bnelle vesti di gas vari. Inoltre, nell’aria è presente acqua sotto forma di vapore.
L’acqua e l’ossigeno nell’aria, dunque, portano ad un invecchiamento del calibro e del quadrante, cosa che non avverebbe invece, o forse in misura più ridotta, se l’ambiente interno dell’orologio fosse privo degli elementi che col tempo lo danneggiano.