Anche Corum lascia Baselworld rendendo ufficialmente pubblico che non parteciperà alla prossima edizione della rassegna che sta vedendo ma mano scemare il numero dei brand, importanti, che fino ad ora l’hanno sfruttata e sostenuta.
Il gruppo Swatch, ma anche Audemars Piguet, Richard Mille e Raymond Weil prima di lei si sono orientati in tal senso nei confronti di questa rassegna e del SIHH, adducendo come ragione la necessità di portare avanti delle campagne di marketing più valide e meno dispendiose rispetto alla presenza ad un salone di esposizione che sì, pur essendo di livello, negli ultimi anni ha rappresentato una spesa troppa alta. Spiegano dalla Corum attraverso il ceo Jérôme Biard:
Stiamo lavorando sodo e con successo per riportare Corum ai tempi del massimo splendore del marchio, gli anni in cui Corum occupava il primo spazio all’ingresso della Fiera di Basilea. Oggi, la nostra priorità assoluta è il rivenditore, il cliente finale e la stampa, nel ruolo di promotori del marchio. Dobbiamo quindi cambiare mentalità e investire in modo diverso il budget destinato a questo tipo di eventi. Dopo 62 anni di partecipazione, si chiude un capitolo della nostra storia.
Ora l’azienda si concentrerà sull’organizzazione di eventi esclusivi ma mirati che possano essere in grado di attirare più clientela, avvicinandosi alle sue esigenze sia per prodotto che letteralmente per vicinanza. La fiera di Baselworld dal canto suo sta approcciando questi grandi cambiamenti modificandosi lei stessa. Il nuovo direttore generale, Michel Loris-Melikoff, sta infatti accompagnando l’avvio di una strategia di revisione di alcuni aspetti come lo spazio dedicato ai buyer, le nuove convenzioni con gli hotel della città, e l’offerta di tool digitali come il chatbot. E se questo tecnicamente è grandioso, la rassegna sta pensando, per poter “rientrare” delle perdite, di aprire l’esposizione anche ai gioielli.