Le agenzie stampa rendono noto che è stato sottoscritto un accordo tra Morellato e Furla per la produzione di orologi con obiettivi produttivi molto precisi che rispecchiano la lungimiranza dei due brand nel ramo dell’innovazione orologiaia.
“Da tempo Furla ha in collezione l’orologio, ma non era fatto nel modo corretto. Invece è un oggetto serio, un prodotto che non va legato solo alle royalties, ma deve avere un proprio posizionamento naturale” spiega Eraldo Poletto, ad di Furla. Il posizionamento sarà “accessibile considerato che si tratta di prodotti di grande qualità, tra i 150-200 e i 300-400 euro”.
Nella collezione un ruolo rilevante lo rivestirà la pelle visto che i due marchi condividono la stessa trasizione. Furla è riuscita a lavorare sull’intercambiabilità del cinturino.
“Cerchiamo di prendere in prestito le cose positive del lusso” evidenzia Poletto che aggiunge: “del prodotto facciamo il mostro grimaldello sul mercato. Le royalties rappresentano un concetto vecchio. In questo caso siamo partiti dal prodotto e dalla sua distribuzione”. Tanto lifestyle, come è nel dna di Furla e poca stagionalità. ma saranno comunque quattro i lanci delle collezioni nell’arco dell’anno, comunque non legati alle stagioni. I mercati? Quelli di Morellato e Furla insieme e dunque Europa, Giappone (mercato chiave per Furla), e Asia Pacifico, oltre a Nord America e Middle East. ”
“Stiamo facendo insieme un brand e quindi è fondamentale la qualità del prodotto ma anche la qualità della distribuzione” spiga Poletti. L’ambito è quello del mercato ‘premium’ degli orologi, “un’area importante – evidenzia Carraro – dopo alcuni anni di compressione. il mondo premium sta recuperando centralità nel mercato”. per Poletti si tratta di “un fenomeno economico e sociale e anche di buon senso, conseguente all’affaticamento del lusso perché ‘sky has no limit’. la spinta in alto su tutto non rappresenta più un asset tanto intelligente.