In genere quando parliamo di orologi sportivi siamo sempre alla ricerca di soluzioni pensate per gli atleti. Per cui si cerca di capire come miniaturizzare i meccanismi per renderli leggerissimi e appropriati alla disciplina che praticano. E se l’orologio servisse all’arbitro?
C’è un orologio di cui si parla tanto in questi giorni che sfrutta il collegamento wifi e non solo per comunicare all’arbitro che la palla è andata oltre la linea e il goal può essere assegnato. Un orologio cioè impostato con i riferimenti della goal line technology. In pratica una piccola scossa al polso avvisa l’arbitro se è goal in caso di rete dubbia. Fantascienza? Stando all’articolo che riportiamo di seguito c’è stata già una sperimentazione in campo:
Quando la palla varca la porta, passa un secondo e arriva la scritta “goal”. Soprattutto, il polso vibra. In maniera evidente, proprio, come se fosse una piccola scossa. La simulazione è stata effettuata nel pomeriggio di ieri al Mapei stadium, aspettando il derby del triangolare Tim. «Il margine di errore – spiegano gli inglesi dell’Hawk-eye, forti del contratto triennale appena firmato con la Lega di serie A – è di appena un centimetro e mezzo». Così l’Italia raggiunge Inghilterra e Germania. Gli inventori appartengono al gruppo Sony, mantengono il segreto sui costi (circa 2 milioni di euro) e anche sul numero di frame che portano all’incrocio di dati fra le 7 telecamere coinvolte. «Gli arbitri di porta restano – sottolinea il designatore Domenico Messina -, possono dedicarsi al controllo di quanto avviene in area, disinteressandosi della linea di porta. In fondo l’80% delle decisioni arbitrali è preso in maniera collegiale. L’anno scorso abbiamo sbagliato 3-4 valutazioni su gol fantasma, ora vorremmo diminuire sul resto degli errori».